13 marzo 2017

L'ANALISI. QUEI SICILIANI NELL'ALTO DEI CIELI. COSÌ VOLA LA CASTA CON LE SARDE


Dal Fatto. Da Alfano a Grasso a Mattarella, passando per Crocetta. Viaggi e i miraggi del potere.

di Pietrangelo Buttafuoco
Vola, vola, vola l’Ape Maia. Ma l’autorità dello Stato vola ancor di più. Il primo viaggiatore è Angelino Alfano, titolare della Farnesina. Da agosto a oggi – riferisce Emanuele Lauria in un dettagliato servizio su Repubblica – “si è imbarcato 68 volte sugli aerei messi a disposizione dalla Presidenza del Consiglio”. Per 27 volte su 68 Alfano – livello di protezione 1 – ha preso l’aeroplano per tornarsene a casa, ad Agrigento.

Un Lapone più che altro, l’operoso Alfano. Dove c’è autorità, si sa, c’è casa. E siccome il caso ci mette lo zampino, guarda caso sono ben tre – con Alfano – i vertici del giardino istituzionale d’Italia impegnati nel su e giù con Roma nello stesso aeroporto, a Palermo. Vola giustamente il Capo dello Stato, Sergio Mattarella. E vola anche Pietro Grasso, la seconda carica dello Stato, Presidente del Senato. Una domenica sì e l’altra pure – senza prendere l’aero blu, naturalmente, ma impegnando lo stesso il cerimoniale – il governatore regionale Rosario Crocetta va all’Arena di Massimo Giletti e lo scalo di Palermo diventa “un caso” più antropologico che politico con l’andirivieni di protagonisti, familiari, accompagnatori, collaboratori e agenti di scorta costretti al rito alle incombenze del “caso”.

La tratta Roma-Palermo (e viceversa) è la vetrina della Casta con le sarde di Sicilia. Il 6 marzo scorso, nella lenta e lunga fila in attesa del volo Alitalia delle 12.00 diretto a Fiumicino c’è Vito Crimi, un parlamentare nazionale del M5S. Sta per fatti suoi e attende. Dopo mezz’ora, quando la fila è sempre più stanca e nervosa, fa la sua apparizione Antonello Cracolici, deputato regionale, uno dei grandi capi del Pd tendenza ficodindia. Le istituzioni non possono certo attendere e Cracolici, con un carabiniere che gli fa saltare la fila entra e così conferma il proprio lucore sociale. Col carabiniere che di certo riconosce Crimi ma – diciamo così – non ne individua l’urgenza di Stato.

Un altissimo funzionario della Prefettura racconta di come Renato Schifani – al tempo in cui era Seconda carica dello Stato, ovvero Presidente del Senato – fosse scrupolosissimo nel salvaguardare le Istituzioni. Appena atterrato nella sua Palermo, pur coi motori dell’aereo di Stato già spenti, non metteva la testa fuori dal portellone se prima non sentiva sopra di sé la girandola rombante delle pale: quelle dell’elicottero di Stato.

Vola vola vola l’Ape Maia. E girano così le pale di scorta della suddetta autorevole autorità di Stato. Dalla pista dell’aeroporto fino alla casuzza dell’autorità di Stato sorvolano il tragitto dell’automobile di Stato per scongiurare qualunque ostilità dell’Anti-Stato. Schifani si fermava a Palermo, con Alfano – il Lapone supremo – l’elicottero arriva fino ad Agrigento. Ma lui è un’autorità di Stato, non certo un surrogato.


13 Marzo 2017
http://livesicilia.it/2017/03/13/quei-siciliani-nellalto-dei-cieli-cosi-vola-la-casta-con-le-sarde_834461/





1 commento:

  1. Sono tutti uguali...da nord a sud soldi e potere....e noi votiamo.....Angelo Salva...

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