10 maggio 2016

L'ARS FA LA SPENDING REVIEW MA ASSEGNA 50 NUOVI INCARICHI. AUMENTI IN BUSTA PAGA CHE SUPERANO I 500 EURO AL MESE NEL PARLAMENTO PIÙ COSTOSO D'ITALIA. E' GIÀ GUERRA FRA I SINDACATI


L'Ars fa la spending review ma assegna 50 nuovi incarichi


 

Malgrado l'accordo sui tetti di stipendio (che scade fra due anni) i vertici di Palazzo dei Normanni attribuiscono sei "reggenze" e preparano una riforma che conferisce 53 posti di "responsabile di unità operativa". Aumenti in busta paga che superano i 500 euro al mese nel parlamento più costoso d'Italia. E' già guerra fra i sindacati 

 L'Ars fa la spending review ma assegna 50 nuovi incarichi


di EMANUELE LAURIA
Cinquantatrè nuovi incarichi (retribuiti) all'Ars. Sei già assegnati da un paio di settimane. Quarantasette contenuti in una riforma del regolamento predisposta dai vertici dell'amministrazione e pronta per l'approvazione da parte del consiglio di presidenza. Palazzo dei Normanni riapre i cordoni della borsa e, a quasi due anni dalle norme sulla spending review, fa ripartire la macchina delle nomine. Si è cominciato con le "reggenze", ruoli di dirigente di singoli uffici assegnati a sei consiglieri parlamentari: Daniele Marino, Michele Balistreri, Rosario Amato, Enzo Muscolino, Ruggero Moretti, Dario Savalli. Incarichi assegnati a burocrati di serie A ma con scarsa anzianità, che stanno sotto il tetto dei 240 mila euro lordi annui e che valgono mediamente un aumento di 500 euro al mese.

Ma la novità più rilevante è il ripristino delle cosiddette "unità operative": postazioni dirigenziali che, due anni fa, l'ex segretario generale Sebastiano Di Bella aveva "congelato" proprio in nome del contenimento della spesa. Di Bella non aveva rinnovato gli incarichi. Ora, con la riforma che andrà all'esame della prossima riunione del consiglio di presidenza, si riduce il numero dei posti che solo sulla carta sono esistenti. Nei fatti, però, si ricreano questi uffici: sono 47 e saranno riservati a personale di ogni qualifica: dagli assistenti parlamentari (i commessi) ai consiglieri, passando per segretari e coadiutori. Gli stipendi? Saranno incrementati di cifre che vanno dai 200 ai 500 euro in più in busta paga.

Per molti, dentro il Palazzo. si tratta di un giusto adeguamento, anche di un riconoscimento doveroso visti i tagli del 2014 e l'imposizione di tetti stipendiali ai dipendenti. Ma, in un parlamento che incide sul bilancio pubblico per quasi 150 milioni di euro e rimane il più costoso d'Italia, questa raffica di incarichi (e di aumenti) non può che far discutere. Spaccando persino i sindacati. Secondo quattro sigle  (Osa, Saap, Uil e Sacp) la proposta provocherebbe un "ulteriore aggravio dei costi", creerebbe "disparità di trattamento tra i dipendenti" e "avrebbe effetti negativi presso l'opinione pubblica a scapito dell'immagine già

offuscata della nostra istituzione". Una disposizione che lederebbe, secondo questi sindacati, lo spirito dell'accordo del 2014 scritto per ridurre i costi e in scadenza solo a inizio del 2018. Per Salvo Collica, rappresentante del Sada, è invece "ormai indifferibile un esteso processo di valorizzazione del personale, nel più breve tempo possibile, con  l’attribuzione degli incarichi di responsabile delle unità operative".

10 Maggio 2016
http://palermo.repubblica.it/cronaca/2016/05/10/news/l_ars_fa_la_spending_review_ma_assegna_50_nuovi_incarichi-139454845/








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