10 marzo 2016

IL BLUFF DELLA FINANZIARIA BIS. NIENTE SOLDI PER NESSUNO


Il bluff della Finanziaria bis
Niente soldi per nessuno



palazzo Normanni cortile


di Manlio Viola
Non c’è un euro da spendere e non c’è alcun accordo neanche su cosa mettere nella legge. Non arriverà in aula per lunedì come promesso la legge stralcio già soprannominata Finanziaria bis della Regione.
Non ci sono i soldi e non c’è l’accordo su come spendere neanche quelle poche somme che, sulla carta, potrebbero essere ancora impegnate.

Ieri è andata in scena una vera e propria guerra all’ultimo euro per cercare di dare ristori a categoria rimaste al palo. In discussione ci sono i fondi per l’Oasi di Troina tanto per dar una indicazione forte, ma ci sono anche le somme promesse dal Presidente della Regione al Brass Group appena due giorni fa’, i soldi per il Cerisdi e perfino gli interventi per mandare nuovamente al lavoro gli ex sportellisti della Formazione.
Ma il disegno dci legge è ancora fermo in commissione Bilancio, dove è stato depositato soltanto martedì ieri. Si tratta in totale di 24 articoli e di una spesa complessiva che si aggira intorno ai 300 milioni di euro.
Il presidente Vincenzo Vinciullo aveva convocato la commissione “ma non ci sono ancora i pareri delle commissioni di merito richieste dal presidente Ardizzone, per cui non abbiamo potuto esaminare il testo, una ddl omnibus più che un ddl stralcio”.
Vinciullo aveva manifestato l’intenzione di convocare la commissione non-stop anche di sera, “ma mi è stato detto che lavorare di notte non va bene”. “Ho convocato la commissione anche oggi – spiega Vinciullo – ma in assenza dei pareri dovrò rinviare almeno una parte della trattazione a domani e se non arriveranno domani dovrò aggiornare tutto alla prossima settimana”.
La discussione, alla fine, è stata avviata fra le polemiche e la calendarizzaazione del ddl è stata sposta da lunedì a martedì 15 ma potrebbe non essere sufficiente
Preoccupati soprattutto gli sportellisti che da giorni fanno lo sciopero della fame. “Il ministero del lavoro – dicono i manifestanti – ha inviato la ricognizione delle risorse del fse con compartecipazione di fondi statali destinate alla Sicilia per il piano di rafforzamento dei servizi e delle politiche attive del lavoro, tra le misure indicate, parte delle risorse sono dedicate all’implementazione dei centri per l’impiego per ottemperare alla legge 150/2015 e all’orientamento. Queste risorse devono perentoriamente essere impegnate entro il 31/12/2016 pena, non solo la restituzione e il commissariamento, ma lo sblocco di altri fondi comunitari. In queste risorse è individuata la copertura finanziaria alla norma relativa gli operatori ex sportelli multifunzionali. È compito degli uffici preposti fornire la cifra per la copertura finanziaria e aggiungerla nella relazione dettagliata allegata alla stessa norma e già valutata con parere favorevole da parte della commissione di merito”.
“Adesso basta giocare con la vita di centinaia di famiglie. Avete tutti gli strumenti per riparare al grave torto di aver gettato per strada lavoratori con la media di trent’anni di servizio, quindici dei quali proprio dentro i cpi dove si sono occupati di politiche attive del lavoro”.
Ma mentre si parla di spendere altre risorse tutti sembrano dimenticare che ancora non sono disponibili neanche quelle ordinarie: “Si è giunti al bilancio 2016 e alla legge di stabilità in un clima di confusione ed oggi, a causa delle impugnative che potrebbero reciprocamente scattare tra Stato e Regione , di fatto le risorse reali disponibili per il 2016 non sono quantificabili, cosa che rischia di buttare la Sicilia nel caos”. Dicono i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil siciliana Michele Pagliaro, Mimmo Milazzo e Claudio Barone che chiedono all’assessore all’economia Baccei un incontro immediato sull’argomento. I sindacati rendono noto di avere anche già chiesto alla Commissione paritetica di sapere “le reali difficoltà che incontra nell’operare nella sfera delle competenze statutarie”.
I sindacati ricordano che “si partiva con un disavanzo di parte corrente di oltre 3 miliardi e un forte disallineamento tra le entrate  della Sicilia e quelle delle altre regioni a statuto speciale. La stessa regione – osservano Pagliaro, Milazzo e Barone- forniva i dati del gap: a fronte di poco più di 2.000 euro procapite in Sicilia, la Sardegna faceva registrare oltre 3.900 euro procapite, 9.300 euro la Valle d’Aosta, oltre 8.300 in Trentino Alto Adige e 4.200 euro il Friuli”.  Nonostante questi dati “alla Sicilia lo Stato ha chiesto un contributo per risanare la finanza pubblica di 1.286.000.000 euro che nella legge di stabilità del 2016 viene aumentato di 273 milioni. Nella stessa legge di stabilità si riduce, a partire dal 2017, l’aliquota Ires riconosciuta alla Sicilia e si trasferiscono competenze e spese aggiuntive alla Sicilia (vedasi rimborsi a pazienti che hanno subito danni da emotrasfusioni)”.
A fronte di tutto ciò la Regione siciliana in mancanza di norme di attuazione in materia finanziaria, l’ultima risale al 1965, “ha predisposto un bilancio e una legge di stabilità, in attesa della ridefinizione dei rapporti con il Governo nazionale, – rilevano i sindacati-  che prevede una entrata aggiuntiva da parte dello Stato di 1,4 miliardi, 900 previsti nella legge di stabilità nazionale e 500 da definire nelle prossime trattative”.  “Il quadro- rilevano Pagliaro, Milazzo e Barone- è dunque tutt’altro che confortante e chiaro e temiamo che i nodi possano venire subito al pettine”.Da qui la richiesta del confronto per “focalizzare i problemi aperti e trovare soluzioni condivise per i problemi in campo”.

10 Marzo 2016
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