Fondi Ue, la Regione si fa
aiutare da tecnici albanesi
aiutare da tecnici albanesi
La Regione Siciliana si serve di trenta giovani albanesi
per espletare le incombenze “europee”. A spedirli in Sicilia una
società di consulenza, si tratta di una delle tante assistenze tecniche
di cui la Regione si serve per certificare le spese sui fondi
strutturali.
Se sono stati selezionati dalla società di consulenza
vuol dire che hanno competenze che il personale della Regione non
possiede nel numero richiesto. Potrebbe esserci altro la “convenienza”
contrattuale. Si tratta di una novità, di cui si parla poco o niente,
chissà perché.
Invece che puntare sulla formazione del personale, dirigente e non,
si sono buttati un sacco di soldi per le cosiddette assistenze
tecniche, che affidano a società di consulenza nazionale e
multinazionali, affiancamento nella progettazione e certificazione dei
fondi strutturali europei.
Una “politica” demenziale e devastante:
invece che l’affiancamento, c’è stata una sostituzione. Il livello
delle competenze del personale regionale si è impoverito, e gli
“affiancamenti” si sono trasformati in strutture organiche
all’amministrazione. Una miniera d’oro per chi arriva e mette radici,
uno spreco enorme, in termini di know how e di risorse per la Regione.
In buona fede o c’è stato un disegno?
Il sospetto è legittimo, anche se il bisogno di sostegno è
indubitabile. Le assistenze tecniche, infatti, hanno fatto della Sicilia
l’utilizzatore migliore e più sicuro d’Italia. Si è instaurato fra la
Regione e le società di assistenza una sorta di cordone ombelicale, che
ha consentito a chi stava sulla tolda della nave di mettere in piedi un
colossale sistema clientelare, poco visibile ma molto redditizio perché
distribuisce molti soldi e permette l’assunzione di personale “esterno”
di fatto a tempo indeterminato, senza dovere rispettare alcuna regola.
Le società di consulenza non si mettono certo di traverso quando
arrivano segnalazioni.
Questa storia, dunque, al di là delle storiche responsabilità individuali,
storiche sotto molti aspetti, è il Grande Imbroglio di cui nessuno
parla, perché il bisogno di affiancamento è “oggettivo” e le urgenze
sono indubitabili, visto che da anni ormai la Regione non riesce a
spendere i fondi europei assegnati. Una specie di incaprettamento,
insomma. La Regione si impicca con le sue mani.
Il brutto è che nel prossimo futuro invece che alleggerire il peso delle consulenze tecniche,
la Regione potrebbe ancora allargare “la famiglia” a causa dei
prepensionamenti, ormai in dirittura d’arrivo (1.173 entro la fine
dell’anno). Se ne potrebbero andare circa duemila dipendenti entro il
2020. E fra loro ci sono anche profili professionali importanti. Insomma
potrebbe aumentare il bisogno del “finto” affiancamento. A legittimare
la pratica dell’affiancamento, i vincoli della stabilità finanziaria –
non si può assumere né bandire nuovi concorsi – e la pianta organica,
che presenta degli esuberi.
La miniera d’oro, dunque, resta
accessibile. Con soddisfazione delle “multinazionali” della consulenza
tecnica di casa in Sicilia.
14 Docembre 2015
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