10 agosto 2015

UN ANNO FA UNA PETIZIONE: IERI IL MORTO INNOCENTE. NESSUNO È RESPONSABILE, NON LO SONO I FORESTALI CHE LI HANNO FATTO SCAPPARE DAL PARCO...FORSE L'UNICO RESPONSABILE È IL POVERO RINAUDO CHE, AL PARI DELLO SCRIVENTE E DEGLI ALTRI PROPRIETARI TERRIERI, NON DOVEVA ESSERE IN CAMPAGNA



Un anno fa una petizione: ieri il morto innocente




Nell'agosto di un anno fa al sindaco Lapunzina era arrivata una petizione. Vi si leggeva: «non occorra la morte di qualche innocente per vedere il solito valzer di responsabilità»

 Pubblichiamo la lettera che l'avvocato Michele Allegra ha inviato al sindaco di Cefalù nella giornata di sabato 8 agosto, subito dopo la morte di Salvatore Rinaudo. Un anno fa il legale aveva consegnato al primo cittadino cefaludese una petizione di cittadini nella quale si diceva: «non occorra la morte di qualche innocente per vedere il solito valzer di responsabilità».

Carissimo, per il giorno del SS. Salvatore ti avevo detto che avrei voluto affrontare il problema dei cinghiali. Oggi l'Italia intera parla di una morte preannunciata.

Circa un anno fa, infatti, era stata sottoscritta da numerosi cittadini cefaludesi una mia nota in cui si rappresentava al Sindaco il pericolo di questi animali "La speranza, sig. Sindaco, è che non occorra la morte di qualche innocente per vedere il solito valzer di responsabilità (nessuno era competente e se lo era non aveva i mezzi per intervenire)".

Già nessuno è responsabile: non lo è la mente fine che ha deciso di introdurre tale animale che prolifera come le zanzare; non lo sono i forestali che li hanno fatto scappare dal parco; non lo sono i Sindaci impotenti e privi di poteri; non lo è il responsabile del Parco perchè non ha fondi e mezzi; non lo sono gli animalisti (che potrebbero tenerseli all'interno delle loro proprietà e che dimenticano che per la prima volta nella storia non è stato l'uomo ad invadere lo spazio degli animali ma quest'ultimi ad usurpare le proprietà esistenti), non lo è la magistratura che ligia alla legge ha rinviato a giudizio l'unico uomo che a tutela dei propri cittadini ha autorizzato la caccia a questo inutile e dannoso animale; non lo è l'assessore regionale perchè non ha i fondi per un censimento.

Forse l'unico responsabile è il povero Rinaudo che, al pari dello scrivente e degli altri proprietari terrieri, non doveva essere in campagna, visto che i terreni ormai sono solo dei "porci". Questi possono fare movimento terra senza autorizzazione (l'uomo è passibile di sanzioni); abbattere muri in pietra; creare frane; eliminare rasole, disboscare; uccidere cani ed altri animali domestici; razziare, distruggere e aggredire, tanto godono di una speciale immunità.

Chi prova a difendere la proprietà o un proprio animale domestico commette un reato. I "porci" non si toccano, lo dice anche la magistratura, se non a determinate condizioni che ti risparmio. Fra qualche giorno nessuno si ricorderà più dell'episodio, in attesa della prossima aggressione per i soliti encomi e per le solite promesse.

Ti allego la nota del 01/08/2014 assunta al prot. del Comune di Cefalù il 12/09/14 al n. 21463, perchè tu possa verificare che si è trattato di una morte annunciata. Spero che almeno la stampa renda giustizia a chi tutti i giorni è costretto a vivere a contatto che questi animali e che renda onore all'ex Sindaco (che non conosco ma a cui riconosco il coraggio che deve avere il primo cittadino) di Castelbuono che si è ribellato ad un sistema assurdo, pensando alla tutela dei concittadini.

Ciao. Michele Allegra


09 Agosto 2015
http://www.cefalunews.net/2014/?id=46238




Petizione al sindaco del 2014
Il 10 settembre del 2014 è stata consegnata al sindaco di Cefalù una istanza sottoscritta dai cittadini che sollecitavano un suo autorevole intervento per porre fine alla devastante e pericolosa presenza di cinghiali e suidi nel territorio cefaludese. Ecco il testo dell'istanza.

Preg.mo signor sindaco di Cefalù . Portiamo alla sua attenzione un annoso problema che affligge i cefaludesi e gli abitanti del comprensorio madonita, ovvero la presenza di un numero smisurato ed incontrollato di cinghiali e suidi. Il fenomeno, più volte passato alle cronache giornalistiche per la continua devastazione del suolo agro – silvi –pastorale, assume oggi connotati allarmanti per la incolumità della popolazione cefaludese.

Infatti, sig. Sindaco, i cinghiali o suidi sono giunti alle porte di Cefalù (le loro presenza è ben visibile nella c.da Testardita ed in c.da Cippone, zone densamente abitate) e costituiscono una costante minaccia per gli abitanti e per tutti coloro che risiedono in campagna o ivi si recano saltuariamente.

Evidentemente le brillanti menti che hanno deciso di introdurre tale animale pensavano che i cinghiali sarebbero rimasti quieti e tranquilli all’interno dei terreni contraddistinti dall’insegna Parco delle Madonie. I cinghiali però non amano leggere e non sanno dove è Parco e dove, invece, inizia il terreno agricolo o le zone residenziali; né vi è un controllo da parte di coloro che gestiscono il Parco.

La conseguenza è sotto gli occhi di tutti: tali animali, per dimensioni simili ad ippopotami (si tratta per lo più di incroci tra maiali e cinghiali) spadroneggiano indisturbati, anche in pieno giorno, distruggendo orti, vigneti, radici, tuberi, muretti a secco, terrazzamenti, recinzioni, canali di deflusso delle acque, segni lapidei; uccidano animali domestici, in particolare cani e galline, senza che i legittimi proprietari possano far nulla.

Così, negli ultimi anni, si è assistito ad una vera e propria confisca della proprietà a favore dei cinghiali e dei suidi, rimanendo ai legittimi proprietari solo il pagamento delle tasse legate alla proprietà. Nell’impotenza generale, tali animali sono divenuti talmente numerosi (non hanno un nemico in natura e si riproducono in modo esponenziale) da costituire un fenomeno inarrestabile ed allarmante sia per l’incolumità delle persone (sono numerosi gli episodi di attacchi a proprietari e ad ignari turisti) che per possibili epidemie.

Malgrado i danni al patrimonio botanico delle Madonie ed all'agricoltura siano ormai visibili a tutti, anche ai più accaniti ambientalisti, nessuno sembra in grado di poter intervenire per porre fine a tale calamità creata dalla dabbenaggine umana.

La speranza, sig. Sindaco, è che non occorra la morte di qualche innocente per vedere il solito valzer di responsabilità (nessuno era competente e se lo era non aveva i mezzi per intervenire).

Una cosa è sicura., sig. Sindaco, ove non si farà qualcosa subito, dovrà rassegnarsi a vedere tali animali nel centro abitato cefaludese, magari in P.zza Duomo e forse anche Ella subirà la stessa umiliante confisca che hanno subito i proprietari dei terreni agricoli, costretti a barricarsi dentro o stare sempre vigili per la presenza di tale pericoloso animale di cui, ci creda, se ne poteva fare tranquillamente a meno.

Tutti gli appelli dei sindaci dei vari comuni delle Madonie (Pollina, Castelbuono, Tusa,) sono caduti nel vuoto, così come tutti gli allarmi lanciati dai vari studiosi che hanno segnalato la prossima estinzione di endemismi unici e rari all’interno del Parco.

Senza volere indicare una soluzione, cosa, peraltro, che non ci compete, Le segnaliamo che alcuni paesi, come la Francia, hanno trasformato la calamità cinghiale in una risorsa economica, creando numerosi posti di lavoro.

Invero, già nel 2013, l’onorevole Magda Culotta, nel lanciare il grido di allarme (non c’è più tempo da perdere) sulle proporzioni esagerate dei suidi, aveva auspicato la creazione una filiera alimentare che dia uno sbocco lavorativo. Sarebbe auspicale l'intervento delle istituzioni sia a livello cittadino che regionale per istituire un tavolo tecnico, a cui magari potrebbero presenziare gli assessori alle risorse agricole ed alimentari ed alle attività produttive, le associazioni ambientaliste e quelle dei cacciatori per giungere ad una sintesi che coniughi tutte le legittime esigenze nel pieno rispetto del territorio e della fauna.

Cefalù 01 agosto 2014 






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