19 ottobre 2014

APPENA INIZIATO, IL CAMMINO DELLA LEGGINA CHE DOVREBBE GARANTIRE GLI STIPENDI A FORESTALI E PRECARI DELL’ENTE SVILUPPO AGRICOLO SI È GIÀ FERMATO. L’ASSESSORE: MANOVRA LEGITTIMA, NESSUNO CI PERDERÀ




LA VERTENZA

Forestali, si blocca la legge
All’Ars è guerra sui fondi


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Il governo punta a dare ai precari i 25 milioni che erano destinati ad artigiani e agricoltori. Ma la commissione Bilancio ferma l’iniziativa. 
L’assessore: manovra legittima, nessuno ci perderà.

forestali, paolo reale, Sicilia, Politica


PALERMO. Appena iniziato, il cammino della leggina che dovrebbe garantire gli stipendi a forestali e precari dell’Ente sviluppo agricolo si è già fermato. E lunedì rischia di bloccarsi definitivamente. La commissione Bilancio ritiene che non ci sia la copertura finanziaria e nella prima seduta non ha approvato il testo. Dietro il no della commissione c’è però uno scontro violentissimo fra settori produttivi e sindacati dei forestali. E il Parlamento si sta dividendo fra queste due compagini. Il governo ha infatti previsto di coprire i 25 milioni necessari a forestali ed Esa prelevando dal fondo con cui la Crias dovrebbe gestire finanziamenti e garanzie alle imprese artigiane e agricole. Inizialmente era previsto di prelevare da questo fondo 10 milioni ma in pochi giorni la quota è già salita a 19. Al punto che nei giorni scorsi tutte le nove associazioni di categoria di agricoltori e artigiani hanno chiesto di fermare il provvedimento.
Ma il governo è pressato da proteste di piazza.

Da giorni è scattato l’assedio a Palazzo d’Orleans. La legge servirebbe infatti a garantire a tutti gli 8.488 operai della prima fascia le 78 giornate di lavoro tradizionali, che alla fine dell’anno saranno costate quasi 63 milioni. Questa è la categoria più a rischio mentre chi attende di svolgere 101 e 151 giornate ha quasi completato il suo calendario annuale. Il tutto, sommando operai forestali e dell’antincendio, porta la spesa a 303 milioni che il governo ha garantito con fondi propri e con altri prelevati dai contributi europei e da quelli denominati Pac. Ma ora bisogna trovare gli ultimi 25 milioni e non c’è altro se non il fondo della Crias per risolvere l’emergenza.

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