03 settembre 2014

E' STATA UN'ALTRA GIORNATA DI FUOCO NEL TERRITORIO DI NOTO. GLI SFORZI DEL CORPO FORESTALE NON RIESCONO A CONTRASTARE DEI FENOMENI CHE CARATTERIZZANO LE NOSTRE ESTATI


Pompieri e Canadair hanno lavorato per ore
I testimoni: incendio appiccato in più punti

 L'incendio che divorato San Corrado di fuori.
Foto lasicilia.it


Il fuoco che lambisce le case e manda in fumo ettari di vegetazione. È stata un'altra giornata di fuoco nel territorio di Noto. Stavolta sono stati i residenti della piccola frazione di San Corrado fuori le mura a fare i conti la paura e con l'acre odore del fumo: già dalle prime ore della mattina di ieri, le fiamme hanno iniziato ad bruciare in alcuni punti del costone roccioso che costeggia l'eremo da cui prende il nome la frazione. L'intervento dei Vigili del fuoco dopo le segnalazioni ricevute non solo dai residenti, ma anche di chi attraversava la Strada Statale 287 che si è accorto immediatamente delle fiamme, e l'intervento dei canadair hanno evitato che il fuoco potesse raggiungere alcune abitazioni. Secondo una prima ricostruzione e dopo un primo, quanto sommario, incrocio delle diverse segnalazioni ricevute dalle forze dell'ordine, e stando anche alle testimonianze di quanto raccontato dai residenti della zona, sembra che l'incendio non sia divampato in un solo punto preciso della frazione che si trova a sette chilometri dal centro di Noto, ma in più punti.
Come se dietro si nascondesse qualcosa di premeditato e già stabilito: un gesto malsano di qualche piromane, oppure, di qualcuno che aveva interesse nel provocare un incendio di così vaste dimensioni per richiamare l'attenzione su non si sa bene cosa. E purtroppo, non è la prima volta che il territorio netino, il quarto per estensione in tutta Italia con i suoi 550 chilometri quadrati, subisce attacchi del genere. Non passa stagione estiva, infatti, senza che le croanche debbano occuparsi di incendi che divampano e cancellano in poche ore ettari di verde, distruggendo anche portando le speranze di zone da rivalutare e rivalorizzare. Questa estate, per esempio, un vasto incendio ha interessato una parte dei terreni che si trovano in prossimità del convento di Santa Maria della Scala, mandando in fiamme anche reparti storici e distruggendo la naturalezza e la bellezza di uno spazio ancora incontaminato e non ancora costretto a cedere agli abusi edilizi e alle costruzioni massicce. L'anno scorso era stata la volta delle contrade balneari, tra Vendicari e Eloro un altro incendio aveva bruciato chilometri e chilometri di macchia mediterranea: così, come se niente fosse, dal verde incontaminato bello da vedere e da quell'aria tipica di un posto naturale, si è passati al grigio delle sterpaglie e all'odore forte di bruciato. Nel 2012, un altro vasto incendio si era propagato fino alle porte della città, e la tragedia fu sfiorata di pochissimo: le fiamme in contrada Faldino si spostarono sin sotto la statua di San Corrado ad inizio corso Vittorio Emanuele, a pochi passi da un impianto di benzina. Stupisce come episodi del genere segnino le estati netine con una periodicità assurda, rischiando di mettere a rischio non solo le vite umane, ma anche lo sviluppo turistico della città, che passa anche dalla bellezza caratteristica di un panorama ancora incontaminato.
Cosa che sa bene il sindaco Corrado Bonfanti «Il nostro paesaggio rurale - spiega il sindaco - è spesso vittima di questi attacchi che non fanno certo bene, in primis al territorio, e poi alla nostra immagine di città turistica. Si rischia di provocare danni irreparabili e irreversibili. Gli sforzi del corpo forestale non riescono a contrastare dei fenomeni che caratterizzano le nostre estati».
Ottavio Gintoli

02 Settembre 2014







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