30 settembre 2013

CALCI IN CULO



Calci in Culo



Precari si nasce, nel senso che, se vivi in Sicilia, tra le scelte della tua vita lavorativa, soprattutto nell'entroterra 20 o 30 anni fa potevi scegliere il precariato come la parte “sicura”, il resto lo potevi rischiare in qualunque settore e considerando i risultati di molte persone che sono rimaste in una realtà che premia così poco le doti e tanto le “amicizie” il “precariato” è l'unico status sostenibile tranne se non hai nascosto nel cassetto uno di quei “calci in culo” che, nel momento giusto, ti farà saltare oltre il limite.
Precari si cresce pensando ad una stabilizzazione o ad un altro calcio in culo che ti sbatta fuori dal tuo part-time o dal tuo lavoro stagionale anno per anno fino a quando tutto quello che facevi non si scioglie e ti resta solo quello: il lavoro da precario... quando c'è.
La “crisi economica” ha accellerato i tempi, la gente fuori che magari paga la metà di quello che guadagna di tasse, che dice ma quanti cavolo di precari dobbiamo mantenere (e spesso ha ragione), tanti lavori che non vengono svolti e i tuoi colleghi che cercano quella stabilizzazione come la via d'uscita per la propria vita lavorativa impantanata tra mille norme e vincoli che bloccano qualsiasi altro progetto senza riflettere su chi dovrebbe sostenerne il costo.
Precario a volte conviene perchè sei “la parte superflua” di qualcosa, oppure vivi in una specie di limbo dove non sai chi sei, cosa fai, cosa farai, cosa potresti fare e qualsiasi cosa ti chiedano di fare ti fa paura, l'unica cosa certa è che percepisci uno stipendio (anche minimo) che a volte basta alla tua coscienza per non farti altre domande.
Precari si potrebbe continuare ad essere ma con molta più dignità se si prendessero a “calci in culo” quelli che non hanno il coraggio di dire la verità, quelli che non hanno il coraggio di vedere la realtà per quella che è, quelli che non hanno il coraggio di pianificare con tutte queste persone, pagate dalla collettività, un progetto di LAVORO che sfrutti al massimo le potenzialità di ognuno.
“Calci in culo” a chi non accetta il fatto che per far produrre 20 mila operai forestali stagionali e tutti gli LSU servono progetti e produttività REALI, LAVORO, e non è sicuramente colpa degli operai ma di chi usa il numero elevato di persone e la poca produttiva come arma per gestire queste masse di persone, per muoverle o tenerle ferme e spremerle per ricavarci denari.

“Calci in culo” a chi crede di poter rimanere precario senza “mettersi lavorativamente mai in gioco”, “calci in culo” a chi non crede che il proprio lavoro nella pubblica amministrazione possa servire a qualcuno o debba servire a qualcuno.
Da precario sento parlare sempre di contratti, di giornate lavorative ma mai di lavoro, cosa fare di preciso. Da precario non sento mai parlare di utilità, non vedo statistiche di quanta utilità abbia una cosa piuttosto che un'altra, di produttività di un gruppo rispetto ad un lavoro e di cos'altro si potrebbe fare per sfruttare questo surplus.
La verità non la dice mai nessuno e così troviamo ad esempio, le strade diventate trazzere, opere costate tantissimo senza manutenzione, boschi senza viali tagliafuoco, mezzi senza manutenzione, strade sporche, ville abbandonate e precari “posteggiati” nei posti più impensabili. In questa sfacciata carenza di realismo cascano come portate dagli extraterrestri opere pubbliche come cattedrali nel deserto che già tutti sanno che fine faranno e i precari e la gente tutti a guardare... una sorta di omertà collettiva, un rincoglionimento collettivo, un'ipnosi collettiva che lascia nella gente la speranza (non so come fa) che qualcosa cambierà o sta cambiando.
Ma, a mio avviso,  per iniziare a cambiare realemente le cose, e uscire dal precariato, penso che la verità prima di tutto dovremmo dirla a noi stessi e pensare come diventare “produttivi” per la collettività e poi subito dopo “calci in culo” a chi vuole che il nostro lavoro sia fine a se stesso, senza prospettive e senza futuro per noi e per i nostri figli. CALCI IN CULO E LAVORO.
Nino Montalbano


29 Settembre 2013






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